Seguendo il nuovo corso, vorremmo riportare, oltre alle opinioni dei lettori tradizionali della rivista, cioè di chi ripara i veicoli e di chi rifornisce il mercato di componenti, anche la voce di altri diversi soggetti che con i camion hanno a che fare, da chi li usa a chi li costruisce, per sapere che esigenze hanno e che obiettivi si sono posti, ignorando i quali è certamente più difficile operare.
Da qui la scelta di ampliare gli orizzonti di NVI cominciando col presentare su ogni numero un’azienda di autotrasporto, individuata tra le più innovative e capaci di districarsi tra le mille difficoltà che tolgono il sonno a tanti imprenditori; un costruttore di camion, per sentire direttamente da lui che cosa bolle in pentola; senza tralasciare i protagonisti “classici”: un’impresa attiva nell’aftermarket dei mezzi di trasporto e infine chi fabbrica o distribuisce componenti.
Ci sembra di aver iniziato bene coinvolgendo Alberto Riboni, uno tra i più giovani e allo stesso tempo più autorevoli autotrasportatori italiani, molto attento ai problemi di manutenzione dei mezzi; Andreas Schmid direttore generale di Mercedes-Benz VI, che ha preceduto la concorrenza introducendo sul mercato i nuovi motori Euro 6 con risvolti non tutti piacevoli per chi i camion deve ripararli (si punta ad allungare di parecchio gli intervalli di manutenzione ammaliando gli acquirenti con formule che puntano a legarli alla casa nel post-vendita); e Paolo Palagi, un vero signore nonostante vesta abitualmente la tuta da meccanico e noto di sicuro a tanti autisti come risolutore di guasti antipatici quando si percorre l’impegnativa Autostrada della Cisa.
L’allargare l’orizzonte informativo di NVI aiuterà anche a capire meglio con chi ci si può alleare per portare avanti i propri legittimi interessi. Da questo punto di vista ci sembra opportuno non lasciar cadere nell’indifferenza la campagna di sensibilizzazione avviata di recente da Unatras, l’Unione nazionale delle associazioni dell’autotrasporto merci, con inserzioni sulla stampa quotidiana che hanno il sapore di vere e proprie pubblicità progresso. È questa l’impressione che suscitano quando invitano a non eccedere nella compressione delle tariffe del trasporto, affinché da esse gli operatori possano trarre sia un ragionevole profitto sia quanto basta per non dover tagliare sulle spese di manutenzione mettendo a rischio la sicurezza stradale.