Articoli | 15 July 2024 | Autore: Redazione

Stato di salute e macro-trend del trasporto pesante nel quarto Osservatorio Continental

Lo studio contiene dati sulle immatricolazioni, tipi di alimentazione, anzianità, categoria euro del parco circolante e andamento del traffico in autostrada

 

Qual è lo stato di salute del mercato dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone in Italia? Risponde a questa domanda l’Osservatorio di Continental, uno studio che, giunto alla sua quarta edizione, fotografa i macro-trend del settore e traccia la direzione verso la quale questo comparto si sta dirigendo, attraverso l’analisi dei dati sulle immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità, la categoria euro del parco circolante e sull’andamento del traffico in autostrada.

Tra tutto, emerge un lento ma costante rinnovo del parco circolante: grazie alle nuove immatricolazioni di autobus e autocarri cresce, soprattutto al nord, la quota di mezzi più recenti e ad alimentazione alternativa. Il gasolio è ancora il carburante più diffuso, ma aumenta la quota di Euro 5 e 6 e di bus elettrici e a metano.
 

La mappa delle immatricolazioni

Il trasporto merci oltre le 16t nel 2023 ha registrato 22.999 nuove immatricolazioni, con un aumento del 6,9% rispetto al 2022. Nove regioni registrano un calo, altrettante sono in crescita e due chiudono con un dato stabile.
I maggiori incrementi sono in Basilicata (+35%), Trentino-Alto Adige (+26,5%), Umbria (+23,9%); i fanalini di coda sono Molise (-23,2%), Valle d’Aosta (-30,0%) e Puglia (-37,0%). In termini assoluti, guida la classifica la Lombardia (4.475 nuovi camion) seguita da Campania (2.546), Veneto (2.515). In coda, Basilicata (140 immatricolazioni), Molise (108) e Valle d’Aosta (50).
Ampliando l’analisi al resto del continente, l’Italia cresce meno della UE che ha registrato un aumento medio del 14,7%. Insieme a Portogallo (+50,9%), Croazia (+34,5%) e Germania (+25,2%), crescono più dei altri due piccoli stati come Cipro e Lussemburgo (rispettivamente del 137,5% e del 29,9%).
Da segnalare la leggera flessione delle immatricolazioni in Polonia (-1,2%) e il contenuto incremento in Lituania (+7,2%), sedi di importanti flotte.


Sul versante del trasporto passeggeri, il mercato italiano degli autobus registra un incremento del 45,8% con 5.434 immatricolazioni contro le 3.828 del 2022 tra trasporto pubblico locale, regionale, nazionale e noleggio da rimessa; a rinnovare la flotta è soprattutto il TPL.
Crescono percentualmente di più Trentino-Alto Adige (+230,8%) e Molise (+184,3%) e Abruzzo (+175%). In assoluto, prima la Lombardia (+762 unità), il Lazio (+647) e il Piemonte (+452). Solo la Valle d’Aosta registra un calo pari al 12,5% dovuto ai 7 bus contro gli 8 venduti nel 2022.
L’incremento italiano è superiore alla media UE, ferma al +19,4%. In Europa crescono più delle altre Lituania e Cipro, mentre tra i Paesi più grandi i risultati migliori sono quelli di Polonia (+121,9%) e Romania (+106,2%).
 

Alimentazione: un paese diviso

Con il gasolio che continua ad essere il carburante più diffuso (90,3% in leggerissimo calo rispetto al 90,8% del 2022), poco o nulla cambia nella situazione per alimentazione del parco merci circolante nel 2023. Lievissima contrazione anche per benzina e metano (entrambi in calo di 0,1 punti a 4,5% e 2,1%), mentre le alimentazioni alternative riportano una timida crescita, con i veicoli a GPL che segnano un 1,5% contro l’1,4%, così come gli elettrici (allo 0,4% contro lo 0,3%); crescita più sostenuta invece per gli ibridi (0,5% se con motore termico a gasolio e 0,6% a benzina).
Tra le regioni con la maggiore quota di mezzi elettrici sul circolante è in testa la Valle d’Aosta (2,6% con un aumento di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente), seguita dal Trentino-Alto Adige (dal 2,2% del 2022 al 2,5%).
Più marcata la transizione verso le alimentazioni alternative registrata dal parco autobus, da imputare essenzialmente ai cambiamenti in atto nelle flotte di TPL urbano e interurbano a breve raggio. La maggior parte del circolante rimane a gasolio (91,1% rispetto al 92,7% del 2021); il metano è al 6,1% contro il 5,4% dell’anno precedente; le quote di elettrico e ibrido diesel raggiungono il 2,2% (rispettivamente 1,3% e 0,9%) contro l’1,2% del 2022.
In questo comparto spiccano le flotte elettriche urbane e suburbane del nord-ovest: la Liguria ha il 5,4% (con un incremento di 2,3 punti percentuali), il Piemonte il 3,4% (+1,4), la Lombardia il 2,4% (+0,8). In fondo alla classifica delle regioni con meno veicoli alternativi troviamo invece Sardegna (con il 98,3% di diesel), Basilicata (98%) e Molise (95,8%).
 

Ancora troppi Euro 0, 1, 2 e 3. In crescita 5 e 6

Nel comparto degli autocarri per trasporto merci nel 2023 prevalgono a livello nazionale gli Euro 4, 5 e 6 che, insieme, raggiungono il 55,5% del totale contro il 53,4% del 2022, con Euro 5 e 6 in aumento (+0,7 e +2,1 punti percentuali in più) e gli Euro 4 in contrazione (-0,7).
Lo studio evidenzia un aspetto non trascurabile, in quanto i dati di Euro 0, 1, 2 e 3 potrebbero essere viziati da iscrizioni al PRA di veicoli non più circolanti e quindi sarebbe necessario effettuare analisi più approfondite. Maglia nera sono Calabria (con 67,5% dei veicoli da Euro 0 a Euro 3), Sicilia (63,5%) e Basilicata (58,7%); le più virtuose sono Trentino (86,9% di Euro 5 e 6), Valle d’Aosta (86,5%) e Lombardia (67,8%).
Luci e ombre anche sul trasporto passeggeri: se la percentuale di autobus Euro 4, 5 e 6 rappresenta il 59,3% del parco, anche in questo caso la quota degli Euro 0 e 1 potrebbe non riflettere puntualmente i bus realmente in circolazione. Le prime quattro classi sono diffuse soprattutto in Calabria (57,8% del parco), Campania (56,7) e Sicilia (56,3%). I bus Euro 4, 5 e 6 sono l’86,3% del circolante in Trentino-Alto Adige, l’84,4% in Valle d’Aosta e l’81,3% in Friuli-Venezia Giulia e oltre il 60% in tutte le regioni del Nord, in Lazio e Sardegna.
 

Anzianità e il nodo del rinnovo

L’età degli autocarri in circolazione rispecchia a grandi linee la loro classe ecologica; la percentuale di veicoli con meno di un anno aumenta dal 3,6% al 4,4% ma allo stesso tempo invecchiano quelli seminuovi, con un calo di 0,7 punti percentuali dei veicoli tra uno e cinque anni.
I dati dei più anziani potrebbero essere anche qui viziati dal permanere sui registri di veicoli non più circolanti, tanto che la fascia oltre i 20 anni risulta la più diffusa con il 35,3% del circolante. La tallona quella degli autocarri entro dieci anni (35,2%) seguita da quella tra 10 e 20 anni, al 29,3%. Complessivamente la fotografia rimane quella di un parco agé e molto diverso fra Nord e Sud. In meridione la presenza di molti veicoli immatricolati in conto proprio e di trasportatori monoveicolari influenza negativamente la freschezza del parco.
I camion più nuovi sono in Trentino-Alto Adige (78,6%) e Valle d’Aosta (82,4%), che registrano rispettivamente soltanto lo 0,8% e l’1,1% di veicoli oltre 30 anni; in coda ci sono la Calabria con il 14,2% dei veicoli di meno di 10 anni e la Sicilia con il 16,9%. Le percentuali di veicoli ultra-trentennali nelle due regioni sono del 12,6% e 11,8% rispettivamente.  
Gli autobus risentono positivamente dei contributi per le flotte di TPL e generalmente i mezzi più vecchi registrano dati più aderenti alla realtà rispetto agli autocarri di pari età. Aumentano i veicoli con meno di due anni (da 3,7% a 5,5% quelli fino un anno e da 3,8% a 3,9% quelli fino a due). Il 38,6% ha meno di dieci anni (contro il 36,2% del 2022), il 33,6% tra dieci e venti (era il 36%) e il 27,5% oltre i venti (dato sostanzialmente stabile rispetto al precedente 27,6%).
La classifica delle regioni è guidata da Lombardia (49,2% di mezzi sotto i dieci anni), Friuli-Venezia Giulia (54,2% di “giovani”) e Trentino-Alto Adige (63,5%). In coda la Calabria, con il 40,9% oltre i vent’anni e solo il 22,1% con meno di dieci, la Basilicata con il 41,7% di ultraventennali e la Campania con il 45,5%.
 

Traffico in autostrada

Nel 2023, il traffico in autostrada ha confermato il trend positivo della mobilità rispetto al 2022, con aumenti sia per i veicoli leggeri (+4,7%), sia per i veicoli pesanti (+0,9%). L’incremento è sensibilmente minore di quello registrato nel 2022, anno che ha risentito in positivo della ripresa post Covid. Il traffico è ormai tornato ai livelli antecedenti alla pandemia. In termini assoluti, il numero di veicoli-km totali sull’intera rete autostradale a pedaggio nel trascorso 2022 ha superato la quota di 86 miliardi, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente.
 

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