Articoli | 13 September 2024 | Autore: Manuela Lai

Nuovi scenari per Roberto Nuti Group: con l'acquisizione amplia competenze e gamme prodotti

Dopo il cambio di proprietà e con il supporto di un solido gruppo industriale alle spalle, il gruppo si presenta sulla scena nazionale e internazionale, pronto a ritagliarsi un posto di primo piano nel panorama truck. Ne abbiamo parlato con Luca Randighieri, direttore generale di Roberto Nuti Group.


 

Era una notizia che il mercato - e non solo l’azienda – attendeva da diversi mesi e finalmente sul finire di luglio di giugno ne è arrivata l’ufficialità: Roberto Nuti Group, storico gruppo bolognese attivo dal 1962 nella produzione e distribuzione di ammortizzatori e molle ad aria, entra a far parte di un grande gruppo internazionale: l’indiano TVS Mobility.

“L'accordo comprende l'acquisto indiretto del 100% di Roberto Nuti Group da parte di TVS Mobility attraverso SI Air Springs Private Limited, filiale indiana interamente posseduta, e investimenti adeguati al pieno rilancio dell’azienda si legge nel comunicato stampa con cui è stata annunciata l’operazione.

Per Roberto Nuti Group si aprono nuove scenari, in ambito domestico e soprattutto internazionale, grazie a strategiche sinergie derivanti dall’ampliamento delle competenze e dalla gamma prodotti. 

Cosa cambierà in azienda e quali saranno le prossime azioni sul mercato? Lo abbiamo chiesto a Luca Randighieri, in azienda dal 2017 ma che a partire da luglio 2024 mette le sue competenze a piena disposizione del gruppo per rilanciare la crescita, puntando su assortimento e servizio.


In foto: Luca Randighieri, direttore generale di Roberto Nuti Group.


Quali sono stati i momenti chiave nella storia dell'azienda e quali i principali step che hanno condotto all’acquisizione?
La nascita di Roberto Nuti Group risale al 1962, frutto della determinazione di un imprenditore visionario che ha saputo unire entusiasmo e coraggio, gettando le basi per quella che, sessant’anni dopo, sarebbe diventata una realtà internazionale.
Infatti, se lo spirito imprenditoriale di Roberto Nuti ha dato il via all’attività sul mercato domestico, è intorno agli anni ottanta che l’azienda si apre al mercato internazionale, grazie a un’operazione di branding importante: il lancio di Sabo (acronimo di Shock Absorber Bologna), un marchio che caratterizzerà il mercato degli ammortizzatori.

Con la volontà di lasciare un’impronta sul mercato, dal brand si passa alla produzione: è un'operazione che avviene a fine anni ‘80, quando l'azienda Roberto Nuti diventa prima socia e poi totalmente proprietaria di una società che produce ammortizzatori a Vicchio del Mugello (FI).
Gli anni successivi si caratterizzano per l’avvio di una serie di collaborazioni, più o meno in esclusiva, che allargano lo spettro di gamma dell’offerta con sedili, tiranteria e pinze freno.

Il periodo che va dal 2009 al 2015 delinea il vero passaggio multinazionale: in pochi anni si assiste alla costituzione prima della SaboHema in India e poi della Sabo Suspension System in Turchia, dove Roberto Nuti Group è tutt’oggi socio di maggioranza.A tutti gli effetti siamo diventati un gruppo interessante e appetibile anche per altri player del mercato e la scelta  della proprietà, ponderata e lungimirante, è ricaduta su un gruppo industriale piuttosto che un gruppo finanziario. Il nome, già presente anche nel mercato italiano, è SI Air Springs, filiale di TVS Mobility, gruppo indiano con fatturato da 3 miliardi di dollari.

 
Oltre ai vantaggi derivanti da una più spiccata dimensione internazionale, quali sono le principali sinergie che contribuiranno al rilancio e alla crescita dei marchi?
L’interesse è stato reciproco, finalizzato a un ulteriore consolidamento che non riguarda solo l'incremento del fatturato, ma anche e soprattutto l'arricchimento delle esperienze e delle competenze. 
Personalmente, credo fermamente in questo punto, perché, al di là del prodotto, la componente che oggi prevale su tutto è il servizio.
Se insieme riusciamo a migliorare reciprocamente le nostre esperienze e la qualità del servizio, sono convinto che questo possa davvero fare la differenza sul mercato.

Come dicevo prima, con un business incentrato sui pneumatici, TVS Mobility non è nuova nel nostro mercato, dove opera attraverso la filiale italiana (con sede a Milano) nel settore degli pneumatici a marchio Eurogrip.
 
TVS Mobility, la holding del gruppo, con un fatturato annuo di circa 3 miliardi di dollari è un colosso che detiene molti altri brand in ambiti importanti; questo ci permette di avvalerci delle altissime competenze maturate in decenni di esperienza dal nostro partner.


Cosa cambia in azienda dal punto di vista organizzativo e commerciale?
A livello organizzativo non cambia assolutamente nulla. Al di là del passaggio di proprietà, non ci sono variazioni significative apprezzabili: si è trattato di un ingresso che definirei “morbido”, tra i più fluidi che io abbia mai visto nella mia esperienza e questo è stato molto apprezzato internamente.
Dal punto di vista commerciale, assisteremo a un graduale consolidamento dello spettro di gamma, che si potrà ampliare - gradatamente - con quei prodotti più coerenti con la nostra offerta.
Senza sbilanciarmi troppo, posso dire che è qualcosa ancora in fase di sviluppo, perché stiamo individuando, all’interno delle competenze distintive di TVS, quali possono affiancarsi per coerenza alla nostra offerta.
Sottolineo comunque che non ci saranno grosse conseguenze: è un’operazione che dà sicuramente fiducia al mercato ed è destinata ad accrescere il nostro valore.


SABO è sempre stato riconosciuto come un prodotto di elevata qualità… E oggi?

Il giudizio del mercato non è cambiato e questo vale sia per i prodotti che provengono dalla fabbrica italiana, dove il Made in Italy campeggia anche nel processo produttivo, sia all'estero, dove le due fabbriche - quella indiana e quella turca - sono considerate dei gioielli dal punto di vista dell'organizzazione del lavoro e della tecnologia applicata. 
Logicamente, per ragioni di target e quantità, abbiamo delegato il fast-mover alle produzioni estere, mentre la produzione italiana si dedica ai piccoli lotti e agli slow-movers.


Tornando all’operazione appena conclusa, quali sono le principali sinergie che ne derivano?
Le più immediate sono nell'ambito degli aspetti commerciali, con particolare riferimento alla fiere. A partire da Francoforte, sperimenteremo la presenza contestuale e a volte integrata, di Roberto Nuti Group insieme a TVS Mobility.
I settori cui facevo riferimento prima - le gomme per le moto e le gomme di grandi dimensioni per le macchine movimento terra - non sono esattamente sovrapponibili con il veicolo industriale, per cui occorre analizzare opportunamente i segmenti in cui affiancare alla nostra gamma tradizionale anche altre applicazioni, e questo per non disorientare il nostro partner di riferimento. 
Un settore invece dove questa sinergia può trarre giovamento è il settore agricolo, perché già lo serviamo con il prodotto sospensione e ammortizzatore.


Quali saranno le principali sfide e le opportunità per il gruppo nel prossimo futuro?
Oltre a tutto ciò di cui abbiamo già parlato, il primo obiettivo sfidante è la crescita sui mercati esteri, che rappresentano per l’azienda e per il marchio Sabo un potenziale di sviluppo decisamente promettente.
In questi primi mesi stiamo mettendo a punto il piano industriale: prevediamo una rapida crescita già dal prossimo anno, con un incremento del 15% a fine 2025.


 

Lo sapevi che?

Sabo è un marchio creato da Roberto Nuti Group, acronimo di Shock Absorber Bologna ed è diventato subito sinonimo di ammortizzatore.
A ridosso degli anni Novanta, la produzione degli ammortizzatori SABO viene portata all’interno, attraverso l’acquisizione di uno stabilimento produttivo in Toscana, a Vicchio del Mugello. 
Roberto Nuti diventa definitivamente un’azienda produttrice.

 

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