Già dalla fine di questo decennio MAN, partner del progetto, conta di poter offrire i suoi camion a guida autonoma per i collegamenti nei terminal come tecnologia di serie.
Dopo un anno di test drive sulla pista prova MAN di Monaco, i partner del sistema di guida autonoma hanno presentato i risultati finora ottenuti e hanno annunciato nuovi sviluppi e ulteriori prove pratiche. Per questo, nei prossimi mesi MAN migliorerà i ‘sensi elettronici’ del veicolo autonomo nelle attività operative reali, così che possa meglio percepire l’ambiente circostante per reagire e operare come un vero autista.
“La tecnologia base di automazione per ANITA è pronta. Per la definitiva messa a punto, stiamo ora avviando un confronto pratico diretto per sviluppare ulteriormente il sistema in termini di affidabilità operativa e di valore aggiunto per il futuro utente – ha affermato Frederik Zohm, Member of Research and Development di MAN Truck & Bus –. Contiamo di poter offrire camion autonomi per i collegamenti nei terminal come tecnologia di serie dalla fine del decennio. Partner come Deutsche Bahn, Götting KG e la Hochschule Fresenius University of Applied Sciences sono essenziali per raggiungere questo obiettivo”.
Obiettivo: far crescere i trasporti intermodali
I partner hanno pianificato un anno intero di test drive per confrontare il più spesso possibile il prototipo autonomo con le reali condizioni di impiego, anche se un autista di sicurezza è sempre a bordo per intervenire se necessario.Gli intensivi test drive sono utili, non solo per un ulteriore sviluppo del camion autonomo, ma anche per la preparazione dei terminal a integrare la nuova tecnologia.
“Ferrovia e strada combinate, questa è la soluzione ecologica per la logistica del futuro: stiamo lavorando insieme per far crescere i trasporti intermodali. La digitalizzazione e l’automazione ci aiutano a rendere semplici e veloci le interfacce con il treno merci e i processi nei terminal” ha dichiarato Sigrid Nikutta, Member of Management Board di Deutsche Bahn AG e Responsabile del trasporto merci e CEO di DB Cargo AG.
Affinché l’autocarro autonomo possa svolgere correttamente il suo compito, deve essere in grado di comunicare con l’infrastruttura del deposito DBIS e del terminal DUSS. A tal fine, gli scienziati della Fresenius University of Applied Sciences hanno analizzato i processi, le procedure e i comportamenti esistenti di persone e macchine in loco nella prima fase del progetto e li hanno trasferiti in un insieme digitale di regole.
Il Contract Specification Language (CSL) di Deon Digital funge da linguaggio comune per una comunicazione chiara e completa di tutti i sistemi coinvolti.
Il risultato è un sistema completo di pianificazione della mission che collega sia il veicolo sia i sistemi informatici di DBIS Depot e DUSS Terminal.
“Durante le prove pratiche nel terminal apprenderemo ogni giorno di più – ha evidenziato Amelie Jacquemart-Purson, Project manager MAN -. Sono richieste elevate competenze ingegneristiche per unire i dati di fotocamera, lidar (acronimo di Laser Imaging Detection and Ranging) e radar, interpretarli e implementarli correttamente”.
In particolare tutto questo implica un notevole sviluppo del software: durante i test drive, MAN analizzerà il comportamento del veicolo e i risultati verranno poi implementati passo dopo passo con gli aggiornamenti del software. Il sistema autonomo deve essere in grado di coprire tutte le decisioni che un autista prende sulla base delle sue impressioni sensoriali, in pratica questo significa sostituire le percezioni e le azioni umane.
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